Articolo - Riviste di psicologia del lavoro, quali le più valide?

Articolo - Riviste di psicologia del lavoro, quali le più valide?




Sono molte le riviste internazionali che pubblicano ricerche nel campo della psicologia del lavoro, delle organizzazioni e delle risorse umane. All’interno di questa vasta offerta, emergono alcune riviste che più di altre risultano apprezzate ed eventualmente utili da seguire per aggiornamenti e/o approfondimenti. Uno studio non recentissimo, ma singolare, le ha individuate.

 


Chiunque desideri dedicare il proprio tempo all’aggiornamento della propria professione – di psicologo del lavoro -, sa che esistono molte riviste internazionali specializzate nel settore.

Michael J. Zickar e Scott Highhouse della Bowling Green State University (USA) hanno svolto una ricerca sul prestigio e la qualità delle riviste di psicologia del lavoro, i cui risultati sono riassunti in questo articolo.

Gli autori partono dal presupposto che i comitati di ricerca internazionale, composti da docenti universitari e da apposite commissioni di valutazione delle riviste, offrono spesso giudizi sulla ricerca senza in realtà leggere i lavori in modo approfondito. Questo eccessivo affidamento su riviste considerate prestigiose senza un reale riscontro, è l’argomento di studio di questo articolo.

Attualmente, uno degli indicatori più popolari per riconoscere il prestigio delle riviste è il Social Science Citation Index (SSCI). La logica su cui si basa questa metrica è che le riviste di alto prestigio contengono articoli che vengono citati con maggior frequenza. Una opportuna critica a questo indicatore, è che gli articoli su argomenti con un pubblico interesse (ad esempio, la formazione e lo sviluppo), tenderanno ad essere citati più frequentemente rispetto ad altri articoli che trattano argomenti a minor appeal, ma non per questo meno validi.

Un altro metodo per stabilire quali riviste siano più prestigiose è quello di chiedere a noti esperti del settore un giudizio sulla loro qualità. Il problema di questo metodo è che la valutazione viene effettuata da specialisti in discipline che riguardano non solo la psicologia del lavoro, la gestione delle risorse umane, il comportamento o lo sviluppo organizzativo, ma anche da altre aree di business correlate. La maggioranza di questi studiosi lavora nelle facoltà di economia e commercio e nelle scuole di direzione aziendale, quindi proviene da discipline che possono focalizzarsi su aspetti ed interessi diversi da quelli degli psicologi del lavoro.

Gli autori di questo studio hanno così cercato di trovare un indicatore più specifico per valutare il prestigio delle riviste di psicologia del lavoro. Nel fare questo si sono concentrati su un campione di membri accademici appartenenti ad associazioni di psicologia industriale ed organizzativa – tutti psicologi – in particolare della SIOP (Society for Industrial and Organizational Psychology) chiedendo le loro impressioni sulla qualità di tutte le riviste di psicologia del lavoro conosciute nel corso delle loro esperienze professionali. Nel procedere della ricerca, si sono identificate le sedi accademiche dei membri al fine di esaminare le differenze tra i vari gradi di valutazione, discriminando quelli generati da psicologi che operano nelle facoltà di economia e commercio o nelle scuole di business, da quelli che lavorano nelle facoltà di psicologia.

Sono state così selezionate 23 riviste.

Oltre ai membri delle associazioni di psicologia, le riviste sono state selezionate anche in base a precedenti elenchi citati da altre ricerche analoghe a questa (ad esempio quella di Extejt & Smith, “The behavioral sciences and management: An evaluation of relevant journals”. Journal of Management). Sono state anche aggiunte riviste che non erano incluse negli elenchi precedenti, sia perché sono più recenti e innovative (ad esempio, Human Performance; Human Resource Management Review, International Journal of Selection and Assessment, Organizational Research Methods), o perché sono riviste comunque note da lungo tempo tra chi si occupa di psicologia del lavoro (ad esempio Applied Psychology: An International Review; Journal of Business and Psychology; Journal of Organizational Behavior). È stato inoltre chiesto ai membri del campione di esperti di aggiungere qualunque altra rivista da essi reputata rilevante per questa ricerca.

Il numero di esperti tra cui selezionare il campione era composto da 1.003 membri. Il campione finale composto è stato di 500 psicologi.

È stato inviato un questionario a ciascun membro del campione con risposte in forma anonima. La prima parte del questionario chiedeva di posizionare le 23 riviste in uno dei tre livelli seguenti:


1) riviste che presentano articoli di ricerca e/o di analisi con alta qualità. Gli articoli in queste riviste dovevano essere metodologicamente ineccepibili e rilevanti nell’offrire conoscenze significative;

2) riviste con presenza costante di almeno qualche articolo di alta qualità;

3) riviste con articoli di dubbia metodologia e minor presenza di studi validi.


La seconda parte del questionario chiedeva agli esperti di scegliere e classificare le prime 10 riviste (dalla lista pre-selezionata) che a loro avviso pubblicano ricerche più importanti per gli psicologi del lavoro. Lo scopo di questa sezione è stato quello di costringere i soggetti ad individuare distinzioni tra le riviste di qualità superiore. È stato riconosciuto che, sebbene una rivista venga considerata di primo livello, non necessariamente pubblica ricerche ritenute rilevanti per gli psicologi del lavoro.

La parte finale del questionario chiedeva agli esperti di indicare il loro principale luogo di lavoro (ovvero facoltà di economia e commercio, business school, dipartimento del lavoro / relazioni industriali, facoltà di psicologia, ecc.) e numeri di anni trascorsi dall’ottenimento del loro dottorato di ricerca. Agli esperti è stato anche chiesto di indicare le aree in cui avevano condotto ricerche e le aree di competenza utilizzate.

Sono stati restituiti 217 questionari, con un tasso di risposta del 44,2%. Il campione si è distribuito equamente tra rispondenti in dipartimenti di psicologia (46,9%) e nelle scuole di economia (43,1%); un numero minore di intervistati si trovavano in istituti per le relazioni industriali (3,8%) e altri servizi (6,2%). Mediamente avevano ottenuto il loro dottorato da 14 anni.

Rispetto ai criteri utilizzati, sono state scelte primariamente queste tre riviste nell’ordine:


Academy of Management Journal

Academy of Management Review

Administrative Science Quarterly


I giudizi sono stati pressoché unanimi, indipendentemente dall’appartenenza degli esperti a facoltà di economia e business school o a facoltà di psicologia.

Dal campione di questa ricerca sono stati esclusi esperti non appartenenti al mondo accademico e se questi ultimi fossero stati invece considerati, la classifica sarebbe stata probabilmente diversa.

I giudizi relativi alle riviste considerate più importanti esclusivamente per gli psicologi del lavoro, senza avere necessariamente rilevanza in ambito di business, pongono al primo posto il Journal of Applied Psychology.


Questa rivista ha segnato il punteggio più alto in tutti gli indici.

Le differenze tra le valutazioni dei soggetti del campione che lavoravano nelle facoltà e dipartimenti di psicologia ed i soggetti appartenenti a facoltà di economia e commercio o business school sono state relativamente poche.

In un mondo ideale, le valutazioni della qualità delle pubblicazioni dovrebbe avvenire dopo aver letto gli articoli. Tuttavia, la maggior parte dei comitati di valutazione non leggono gli articoli, ma si concentrano solo sulla quantità di pubblicazioni e il prestigio delle riviste derivante dal passaparola. Le loro indicazioni vanno quindi accettate con beneficio d’inventario.



Lorenzo Rizzieri

Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni, sono titolare di Human Resources Development Team, società di Performance Consulting. Laureato in psicologia all’Università di Padova, ho proseguito gli studi come graduate in Psicologia presso l’Università di California, Berkeley, lavorando negli Stati Uniti e in Inghilterra. Sono stato docente in diversi istituti di formazione privati, tra cui SDA Bocconi e Università Cattolica, mi sono occupato in particolare di ROI. Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia n° 2662.


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